Lettera ai mazziniani
NO al “Taglio dei Parlamentari”
L’Associazione Mazziniana esprime forti perplessità sulla legge “Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei Parlamentari”, approvata l’8 ottobre del 2019 alla Camera dei Deputati.
Non è in discussione l’acclarato distacco della classe dirigente dalla società civile, sempre denunciato con fermezza dai mazziniani, ma sono a rischio i principi democratici e di rappresentanza sui quali i Costituenti hanno fondato la comunità nazionale.
Il provvedimento non è inserito nell’ambito di una armonica e complessiva riforma della macchina statale, ottenibile peraltro anche attraverso leggi ordinarie, ma è figlio di un populismo aggressivo che, insistendo sull’aspetto della diminuzione dei costi della politica, colpisce il principio della rappresentanza democratica.
Tagliare del 36,5% i parlamentari rischia di allontanare ulteriormente i cittadini dalla partecipazione alla vita democratica del paese.
Da questa riforma, che porterà ad un nocivo ampliamento dei collegi, saranno infatti penalizzate le minoranze politiche e i territori in cui sono attive.
Al contrario la “casta”, presunto obbiettivo della riforma, si rafforzerà poiché vedrà crescere il potere decisionale dei partiti sulla scelta dei candidati, opacizzandone ulteriormente i meccanismi di selezione e non migliorandone necessariamente la qualità.
La diminuzione del numero dei Parlamentari, inoltre, comporterà una riduzione delle 14 Commissioni Permanenti di Camera e Senato, costringendo i deputati e i senatori a partecipare ai lavori di più Commissioni. Ciò rallenterà i tempi legislativi, favorendo l’uso della decretazione d’urgenza da parte del Governo, che si rafforzerà rispetto al Parlamento.
In ragione di queste considerazioni, nella difesa del pluralismo politico e culturale su cui è fondata la democrazia italiana l’AMI, pur nella legittima libertà di orientamento al voto dei propri aderenti, sottolinea la necessità di partecipare al quesito referendario non solo per rispettare un dovere previsto dalla Costituzione, ma anche per respingere una frettolosa riforma costituzionale che, come quelle degli ultimi vent’anni, non rappresenta il risultato unitario di un confronto leale fra tutte le forze politiche.
Genova,03 marzo 2020
La Direzione Nazionale A.M.I.