(Sharon Braithwaite, Il Tirreno, 15 marzo 2015)
Fabio Beltram, rettore della Scuola Normale e commissario straordinario dell’istituto storico: «Serve un intervento da parte del governo, il ministro Franceschini è al corrente della situazione»
Gli intrecci della burocrazia e la mancanza di fondi impediscono la riapertura della Domus Mazziniana.
È quanto ha dichiarato Fabio Beltram a margine del “Dialogo sulla Repubblica romana”, tenutosi ieri pomeriggio nella casa dove Giuseppe Mazzini soggiornò e morì. L’iniziativa è stata organizzata nel 143° anniversario della morte del noto politico, avvenuta a Pisa il 10 marzo del 1872.
«L’obiettivo mio e del Ministero è di riportare la Domus, commissariata dagli anni ‘90, al funzionamento ordinario – spiega Beltram -. Serve un intervento di natura normativa e amministrativa, che richiede tempo e un impegno ministeriale e parlamentare».
Nel corso del Novecento la Domus – oggi chiusa – è divenuta prima monumento, poi istituto pubblico, infine uno degli istituti storici di interesse nazionale. Nell’ottobre del 2011 fu inaugurata dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, a conclusione della ristrutturazione che costò circa due milioni di euro. Oggi è finalizzata (teoricamente, essendo chiusa) allo studio e all’approfondimento del pensiero di Mazzini, alla diffusione delle sue opere, alla raccolta e alla conservazione di documenti relativi alla sua vita e al suo insegnamento. La dotazione dell’archivio include documenti autografi mazziniani, tra cui circa mille lettere e uno spartito musicale, l’unico scritto dall’eroe risorgimentale, oltre a 40mila volumi riguardanti il periodo risorgimentale e l’Italia liberale. Questo patrimonio culturale per ora è fruibile agli studiosi, previa autorizzazione. Una straordinaria ricchezza culturale. Eppure non ci sono abbastanza soldi per assumere il personale e tenere la Domus aperta al pubblico.
«Ho accettato l’incarico di commissario nell’ottica di poter garantire una funzionalità ordinaria tramite un provvedimento-ponte, in attesa dell’intervento normativo – aggiunge Beltram -. Questo provvedimento era atteso l’anno scorso. Purtroppo non è andata così. Posso assicurare che la situazione è nota al ministro Dario Franceschini, al sottosegretario Borletti Buitoni e al direttore generale delle biblioteche e archivi e ai capi di gabinetto».
Quanto all’incontro di ieri, il professor Giuseppe Monsagrati, autore del libro “Roma senza il Papa. La Repubblica romana del 1849”, ha spiegato: «La costituzione della Repubblica romana, approvata nel luglio 1849, è considerata un documento molto avanzato sul piano democratico, ispirato alle idee di Mazzini. È letta ancora oggi come espressione di una concezione molto progressiva del diritto, del rapporto tra cittadini e potere, della tutela dei diritti e per l’appello ai doveri dei cittadini. Le idee di Mazzini sono valide ancora oggi».