Venerdì 10 Giugno 2016, su iniziativa di alcuni soci A.M.I. di Ragusa, è stata inaugurata una lapide contenente brani della missiva di Giuseppe Mazzini alla Società Operaia locale “I Figli del Lavoro”, datata 25 Aprile 1866, nel 150 esimo anniversario della lettera:
“Fratelli, non posso esprimervi con quanta emozione d’affetto riconoscente io accetto l’onore che mi fate. Ciascuna delle vostre parole risponde a un intimo pensiero. Siamo doppiamente fratelli, nella coscienza del fine e in quella dei mezzi. L’Italia è per noi… una coscienza collettiva, una grande associazione a pro’di una santa idea di progresso e amore, una missione a prò dell’umanità… Dio, padre di tutti, tutti gli uomini fratelli per conseguenza e uguali, servo ed infelice per fatto sociale nessuno. Vivete, lavoratori, concordi in questa credenza, diffondetela alle vostre donne, fatene educazione per i vostri figli… Io sento nel core che trionferete…”
La lapide, realizzata con il contributo del Comune di Ragusa è stata affissa in Piazza San Giovanni all’angolo con Corso Italia, sulla parete di un palazzo che è stato costruito sul luogo dove sorgeva l’edificio che accoglieva la società operaia “I Figli del Lavoro”.
Nella stessa piazza, alla parete del medesimo edificio, un’altra lapide ricorda l’assassinio di tre braccianti ad opera di fascisti nel 1921.
Dinanzi ad un piccolo pubblico ed alcuni rappresentanti delle forze dell’ordine Il Sindaco Federico Piccitto, ha parlato dell’attualità dei valori propugnati da Giuseppe Mazzini e della necessità che tutti i cittadini collaborino alla tutela e alla difesa della cosa pubblica. Sono seguiti poi dei brevi interventi del notaio Ettore Ottaviano e di Giorgio Veninata; quindi Luca Platania della sezione di Catania dell’A.M.I. invitato a parlare a nome di detta Associazione ha plaudito alla iniziativa che , nel nome di Mazzini, avvicina tutta l’Italia a Ragusa.
Nella successiva conferenza al vicino Piccolo Teatro della Badia, coordinata dal dott. Giorgio Veninata, è stato letto l’indirizzo di augurio alla manifestazione del Presidente dell’A.M.I. Mario Di Napoli :
“Nell’impossibilità di intervenire personalmente, desidero salutare, a nome di tutti i mazziniani italiani, i cittadini ragusani che oggi rinnovano il profondo legame della loro città e della loro isola con Giuseppe Mazzini. Il fondatore della Giovine Italia e della Giovine Europa guardò sempre alla Sicilia ed al suo popolo per il potenziale rivoluzionario democratico che avrebbe potuto esprimere per l’emancipazione politica e sociale. Nel settantesimo anniversario della Repubblica, che compì il programma risorgimentale mazziniano dopo l’infausta stagione monarchica, è motivo di grande soddisfazione che la comunità ragusana, con il benemerito patrocinio della civica amministrazione e per iniziativa dei locali esponenti della tradizione mazziniana, abbia inteso non commemorare ma trarre ispirazione dalla lettera che un secolo e mezzo fa Giuseppe Mazzini indirizzava ai lavoratori del luogo perché prendessero in mano le sorti del loro riscatto. Nel formulare i migliori auguri per il successo della manifestazione, auspico che da Ragusa e dalla Sicilia tutta siano riaffermati i valori universali della democrazia mazziniana per cui il diritto è il frutto del dovere adempiuto.”
Sono seguiti l’intervento di Luca Platania sulle Società operaie mazziniane nella Sicilia Orientale, nel quale è stata esposta una prima mappa sulla distribuzione delle società sul territorio negli anni che vanno dall’Unità al Patto di Fratellanza di Roma del 1871, e quello del Dott. Giovanni Ottaviano su La lezione di Mazzini nella lettera ai lavoratori ragusani e i suoi riflessi in terra iblea il quale, ripercorrendo le manifestazioni del mazzinianesimo nel ragusano dal 1860 fin all’inizio degli anni 90 del secolo scorso, ne ha fatto rilevare l’azione nel sociale e l’attualità.
Egli ha ricordato l’amministrazione popolare di Ragusa Inferiore che, guidata dall’avv. Giovanni Ottaviano negli anni dal 1912 al 1920 “attuò in gran parte un programma di ampio respiro sociale. Tra gli obiettivi che essa perseguì preminente fu quello, insieme alla tutela dell’igiene e della salute pubblica, di garantire educazione e istruzione a larghi strati di popolazione conformemente agli ideali mazziniani e ad un meridionalismo democraticamente avanzato proprio di Napoleone Colajanni del quale Ottaviano era stato allievo presso l’Università di Napoli e col quale era in corrispondenza”.
Uno degli esempi in cui più si riflette l’eredità di Mazzini, la cui lezione – ha detto Ottaviano – “ è una luce, un faro che in questi tempi bui non si può ignorare”.
Giorgio Veninata ha osservato che il socialismo democratico, ai cui valori egli aderisce per formazione politica e culturale, si coniuga pienamente con il pensiero mazziniano nei principi di fratellanza e di solidarietà sociale.
Inoltre egli ha riferito di avere voluto così rendere omaggio ad un suo avo, Filippo Lupis Casa, fervente mazziniano e per questo esule in terra di Francia, che fu, tra l’altro, promotore della proposta di nomina di Mazzini a presidente onorario della Società “I Figli del Lavoro”.
Il Notaio Ottaviano ha concluso con un appello al Ministero della Pubblica Istruzione perché i programmi di storia nelle scuole italiane siano meglio indirizzati ad una conoscenza più approfondita del Risorgimento Nazionale e dei suoi valori, oggi più che mai necessari.