La comunità mazziniana perde una grande donna, una figura di spessore, un riferimento imprescindibile. Dopo Fernanda Missiroli ci ha lasciati anche Gabriella Poma. Se ne è andata in silenzio, discreta e generosa anche nel momento della dipartita, per non “pesare” troppo sugli altri. La vita di Gabriella Poma ha attraversato la storia d’Italia e del Movimento Femminile Repubblicano, di cui è stata l’ultima Segretaria Nazionale, ed ha incrociato le battaglie determinanti per l’emancipazione femminile e del paese: l’aborto, l’istituzione dei consultori, la battaglia contro la droga e per la casa. Ma Gabriella non è stata solo questo. Studiosa rigorosa e docente universitaria, ha interpretato in senso mazziniano il ruolo dell’insegnamento, preparando alla vita generazioni di studenti, ma anche tantissime e tantissimi mazziniani.
I suoi consigli erano elargiti soprattutto a tavola, tra antipasto, primo e secondo, perché la sua autorevolezza non era mai disgiunta dalla gioia di vivere. E forse perché tra una piadina ed un bicchiere di Sangiovese era più facile per lei, diretta e franca com’era, mettere in guardia le amiche e gli amici dai propri limiti, fossero dovuti alla vanità o alle insicurezze. “Siamo noi – ripeteva spesso – a decidere quanto gli altri ci possano danneggiare. E siamo noi a decidere se perseverare nell’errore o meno”. Con Gabriella il piagnisteo non era concesso, non perché non lo capisse, ma perché riteneva fosse una perdita di tempo, una forma di autoflagellazione inutile e nociva di fronte alle cattiverie. E che ci distogliesse dai nostri obbiettivi.
Gabriella, finché ha potuto, ci ha “protetti” e guidato. Adesso tocca a noi provare a restituirle ciò che ci ha donato col nostro lavoro ed il nostro impegno mazziniano.
Michele Finelli
Presidente Nazionale AMI