(Il Tirreno, 10 marzo 2017 – di Fabio Demi)
Credeva in Dio, ma non nel Papa e nella chiesa cattolica. «Avete rinnegato gli insegnamenti del Vangelo»
Il pensiero politico di Giuseppe Mazzini non ha goduto di un’attenzione paragonabile a quella che hanno avuto altri classici dell’Ottocento, come ad esempio Marx, ma anche Tocqueville o Stuart Mill. Eppure contiene elementi di grande interesse e originalità, oltre che di evidente attualità. Ci soffermiamo su tre questioni: la preminenza dei doveri sui diritti; la profonda religiosità che va di pari passo con l’avversione verso le strutture della chiesa cattolica; il patriottismo.
LA TEORIA DEI DOVERI
Nello scritto “Dei doveri dell’uomo”, dedicato “Agli operai italiani”, il passo decisivo è questo: «Quand’io dico, che la conoscenza dei loro diritti non basta agli uomini per operare un miglioramento importante e durevole, non chiedo che rinunziate a questi diritti; dico soltanto che non sono se non una conseguenza di doveri adempiti, e che bisogna cominciare da questi per giungere a quelli. E quand’io dico, che proponendo come scopo alla vita la felicità, il ben essere, gl’interessi materiali, corriamo rischio di creare egoisti, non intendo che non dobbiate occuparvene; dico che gli interessi materiali, cercati soli, proposti non come mezzi, ma come fine, conducono sempre a quel tristissimo risultato. Quando, sotto gli imperatori, gli antichi Romani si limitavano a chiedere pane e divertimenti, erano la razza più abbietta che dar si possa, e dopo aver subìto la tirannia stolida e feroce degli imperatori, cadevano vilmente schiavi dei barbari che invadevano».
LA RELIGIOSITÀ
Dai doveri alla religiosità mazziniana il passo è breve. Perché, dice il grande italiano, «l’origine dei vostri doveri sta in Dio…. Dio esiste. Io non debbo né voglio provarvelo: tentarlo mi sembrerebbe bestemmia, come negarlo, follia. Dio esiste, perché noi esistiamo. Dio vive nella nostra coscienza, nella coscienza dell’umanità, nell’universo che ci circonda». Così, se «le imposture e le corruttele passano, come passano le tirannidi: Dio resta, come resta il popolo, immagine di Dio sulla terra». Dio e popolo: un classico binomio mazziniano.
Tanta era la spiritualità, quanta era l’avversione per la dottrina e l’organizzazione della chiesa. «Agli altri che vi parlano del cielo, scompagnandolo dalla terra, voi direte che cielo e terra sono, come la via e il termine della via, una cosa sola. Non dite che la terra è fango: la terra è di Dio: Dio la creava perché per essa salissimo a Lui. La terra non è soggiorno d’espiazione o di tentazione: è il luogo del nostro lavoro per un fine di miglioramento… Dio ci creava non per la contemplazione, ma per l’azione, anzi non v’è in lui pensiero che non si traduca in azione». Pensiero e azione: un altro classico mazziniano.
L’attacco più duro alla chiesa Mazzini lo sferra rispondendo all’enciclica “Mirari vos”, con cui nel 1832 papa Gregorio XVI condanna il liberalismo in religione e in politica. «Il papato è spento: il cattolicesimo è spento – dice Mazzini nello scritto “Pensieri ai preti italiani” – L’umanità ha detto ai papi: finché avete promosso il patto d’amore, finché il vostro potere fu tutela al popolo oppresso, e le vostre braccia s’aprirono al servo manomesso dall’aristocrazia signorile o dalla potenza straniera, io v’ho circondati d’affetto e di venerazione. Ma quando avete tralignato, quando avete rinnegati gl’insegnamenti del Vangelo… io ho sentito rivivere i miei diritti d’esame, ho guardato alla legge, e v’ho trovata la vostra condanna. Che avete voi fatto di quella santa parola: amatevi l’un l’altro come fratelli, che racchiudeva l’avvenire del mondo? Che avete voi fatto di quella promessa d’emancipazione all’uomo del popolo, al povero, che sola diè trionfo al cristianesimo sul materialismo pagano… Avete dimenticata la vostra origine, traviato dalle norme morali, sagrificata la intenzione del cristianesimo alla sete di dominio, all’avidità di ricchezza, all’arbitrio individuale».
IL PATRIOTTISMO
Per Mazzini il vero patriottismo è l’opposto del nazionalismo, quindi i patrioti autentici amano la propria nazione, ma l’amano in un modo che li spinge a riconoscere come compatrioti chiunque creda nella libertà. Il concetto di patria, insomma, ha un significato democratico, includendo non solo l’uguaglianza politica ma anche il diritto all’educazione e al lavoro. «La patria – è questa la convinzione di Mazzini – è una comunione di liberi e d’eguali affratellati in concordia di lavori verso un unico fine… La patria non è un aggregato, è una associazione. Non v’è patria dove l’uniformità di quel diritto è violata dall’esistenza di caste, di privilegi, d’ineguaglianze».