Arturo Colombo (Corriere della sera, 17 gennaio 2014)
Oggi un convegno per ricordare l` associazione fondata da sette intellettuali milanesi nel 1943
Fra i milanesi, costretti a vivere quel lontano autunno del 1943, c` era chi aveva capito che «per un secondo risorgimento» occorreva impegnarsi senza tentennamenti. «Il mondo guarda a noi italiani, e si chiede se il nostro dramma è agonia di morte oppure segno di vita. Rispondiamo che la nostra vita ricomincia». A esprimersi così erano i «magnifici sette», pronti a auto-proclamarsi «mazziniani d` Italia». Alla loro testa c` era Nello Meoni, un industriale, che abitava al 61 di viale Romagna, e aveva una casa sul colle di Montevecchia. Lì, nell` estate del ` 43, nasceva l` Associazione Mazziniana Italiana. Insieme con Nello Meoni (suo primo presidente) c` erano altri sei coraggiosi: l` avvocato Ernesto Re, il giornalista Antonio Bandini Buti, l` ingegnere Giuseppe Colombo, il cieco di guerra Gian-netto Savarani, il commerciante Claudio Crescente, e il professor Achille Magni. «Il nostro proposito – si leggeva nel documento-programma – non è quello di creare una ristretta organizzazione culturale, ma un largo movimento, promosso con l` ardore di una crociata, che renda familiari al maggior numero di Italiani i princìpi di virtù morale, di giustizia sociale e di libertà politica che dovranno ispirare la nuova Giovine Italia». Per rievocare quelle vicende, oggi, dalle ore 10.30 alle 13, a Palazzo Dugnani, in via Manin 2, ci sarà un convegno sul tema «I mazziniani e le forze politiche nella Milano del 1943-45». Con l` assessore Carrubba, parleranno Franco Della Peruta, Mimmo Franzinelli e l` attuale presidente dell` Ami, Roberto Balzani [Esplora il significato del termine: Fra i milanesi, costretti a vivere quel lontano autunno del 1943, c’ era chi aveva capito che «per un secondo risorgimento» occorreva impegnarsi senza tentennamenti. «Il mondo guarda a noi italiani, e si chiede se il nostro dramma è agonia di morte oppure segno di vita. Rispondiamo che la nostra vita ricomincia». A esprimersi così erano i «magnifici sette», pronti a auto-proclamarsi «mazziniani d’ Italia». Alla loro testa c’ era Nello Meoni, un industriale, che abitava al 61 di viale Romagna, e aveva una casa sul colle di Montevecchia. Lì, nell’ estate del ’ 43, nasceva l’ Associazione Mazziniana Italiana. Insieme con Nello Meoni (suo primo presidente) c’ erano altri sei coraggiosi: l’ avvocato Ernesto Re, il giornalista Antonio Bandini Buti, l’ ingegnere Giuseppe Colombo, il cieco di guerra Gian-netto Savarani, il commerciante Claudio Crescente, e il professor Achille Magni. «Il nostro proposito – si leggeva nel documento-programma – non è quello di creare una ristretta organizzazione culturale, ma un largo movimento, promosso con l’ ardore di una crociata, che renda familiari al maggior numero di Italiani i princìpi di virtù morale, di giustizia sociale e di libertà politica che dovranno ispirare la nuova Giovine Italia». Per rievocare quelle vicende, oggi, dalle ore 10.30 alle 13, a Palazzo Dugnani, in via Manin 2, ci sarà un convegno sul tema «I mazziniani e le forze politiche nella Milano del 1943-45». Con l’ assessore Carrubba, parleranno Franco Della Peruta, Mimmo Franzinelli e l’ attuale presidente dell’ Ami, Roberto Balzani.