Lo scorso 27 marzo l’Associazione Mazziniana ha dedicato una riunione della Direzione Nazionale al confronto e all’approfondimento sulla situazione in Ucraina. Una discussione franca e aperta, che ha preso in considerazione alcune criticità, come quelle di un ingresso dell’Ucraina nell’Unione Europea dettato esclusivamente dall’emotività del momento. Si è parlato anche della debolezza degli organismi internazionali, a partire dall’ONU per arrivare alla UE, e si è deciso di animare una Commissione che in vista del nostro prossimo congresso approfondisca il tema delle possibili riforme di questi organismi e dei trattati sulle regole d’ingaggio.
Da parte nostra, come sempre, non manca dunque l’attenzione alla complessità. Soprattutto in presenza di un dibattito pubblico di infima qualità, macinato in estenuanti maratone televisive che, come ha osservato correttamente Nadia Urbinati, di tutto blatera tranne che di come provare concretamente a risolvere la situazione ucraina.
Su una cosa però non abbiamo dubbi, come del resto è emerso dal comunicato di Direzione Nazionale del 22 febbraio e da un post di GiovinEuropa-ReteItalia del 25 febbraio, a invasione iniziata. In questa guerra l’aggressore è la Russia di Putin. Il benaltrismo di chi invita a protestare contro il pensiero unico, ma addossa l’intera responsabilità del conflitto all’Occidente (ci sono bacheche sui social in cui si fatica a fare un post di solidarietà alla popolazione ucraina, ma se ne dispensano a bizzeffe nei confronti delle nostre ‘false’ democrazie), o di chi risponde “e allora lo Yemen?”, non fa per noi.
Gli orrori di Bucha, proprio perché abbiamo assistito ad altre tragedie simili, non avrebbero dovuto ripetersi. Vicinanza al popolo ucraino in questo momento di sofferenza atroce.