(Il Tirreno, 14 settembre 2015)
Da un presidente all’altro. Da Napolitano a Mattarella. Il capo dello Stato, Sergio Mattarella, dovrebbe essere in città a metà ottobre. L’occasione sarà quella dell’inaugurazione dell’anno accademico della Scuola Normale. Il condizionale è sempre d’obbligo: sia per impegni del presidente che possono sopraggiungere, sia per la data. La più probabile, in attesa di conferme dal Quirinale, è sabato 17 ottobre. Sono trascorsi quasi quattro anni dalla visita di Giorgio Napolitano, che avvenne il 20 ottobre 2011. Allora il presidente visitò vari luoghi della città , tra cui quello che poi è divenuto un autentico caso: la Domus Mazziniana, la casa dove Giuseppe Mazzini soggiornò e morì divenuta museo e biblioteca, aperta proprio alla presenza di Napolitano.
Nonostante proclami e promesse, da allora la Domus è passata da intrecci della burocrazia alla chiusura per mancanza di fondi, sebbene la Normale – attraverso il suo direttore Fabio Beltram, che della Domus è commissario – si sia prodigata ad ogni livello. «L’obiettivo mio e del ministero dei Beni culturali è riportare la Domus al funzionamento ordinario. Serve un intervento di natura normativa e amministrativa, che richiede tempo e un impegno ministeriale e parlamentare», aveva spiegato Beltram nel marzo scorso durante un’iniziativa organizzata nel 143° anniversario della morte di Mazzini.
Nel corso del Novecento la Domus, oggi chiusa, è divenuta prima monumento, poi istituto pubblico, infine uno degli istituti storici di interesse nazionale. Da Napolitano venne inaugurata a conclusione della ristrutturazione che costò oltre due milioni di euro. La Domus sarebbe finalizzata allo studio e all’approfondimento del pensiero di Mazzini. La dotazione dell’archivio include documenti autografi mazziniani, tra cui circa mille lettere e uno spartito musicale, l’unico scritto dall’eroe risorgimentale, oltre a 40.000 volumi riguardanti il periodo risorgimentale e l’Italia liberale. Questo patrimonio culturale per ora è fruibile agli studiosi, previa autorizzazione. Non ci sono abbastanza soldi per assumere il personale e tenere la Domus aperta al pubblico.
«Ho accettato l’incarico di commissario nell’ottica di poter garantire una funzionalità ordinaria attraverso un provvedimento-ponte, in attesa dell’intervento normativo – aveva detto Beltram -. Questo provvedimento era atteso l’anno scorso. Purtroppo non è andata così. Posso assicurare che la situazione
è nota al ministro Franceschini». Quello che serve, secondo le stime, sono circa 60.000 euro l’anno per il personale e il via libera normativo per passare la gestione alla Scuola. L’arrivo del presidente Mattarella potrebbe dare un aiuto a sbloccare la situazione.