Domenica 19 febbraio 2017 si svolgerà presso la Sala delle conferenze della Biblioteca comunale di Riccione, Centro della Pesa, via Lazio n°10, si svolgerà un Colloquio Mazziniano per una riflessione sulla figura di Ernesto Nathan
- Presentazione da parte del Presidente dell’A. M. I. di Rimini è Sergio d’Errico
- Saluti delle Autorità Locali
- La Formazione Religiosa è Luciano Caro
- La Formazione Massonica e Laica è Gustavo Raffi
- L’Amministratore/ il Politicoè Massimo Scioscioli
Una sintetica presentazione di Ernesto Nathan
Ernesto Nathan
nacque a Londra, il 5 ottobre 1845. morì a Roma, il 9 aprile 1921 è stato, sindaco di Roma dal novembre 1907 al dicembre 1913.
Ebreo di origini anglo-italiane, cosmopolita, repubblicano fu nella linea di Mazzini e Saffi. Fu laico e massone dal 1887, fu il primo sindaco di Roma, estraneo alla classe dei proprietari terrieri (nobili e non) che aveva governato la città fino al 1907.
Ricoprì la carica di Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia dal 1896 al 1904 e dal 1917 al 1919.
In Italia fin dal 1859, visse l’adolescenza e la prima giovinezza tra Firenze, Lugano, Milano e la Sardegna, dove fu inviato ad amministrare un cotonificio. L’influenza di Mazzini e di Aurelio Saffi, amici di famiglia dai tempi londinesi, pesò notevolmente nella sua formazione e sul suo orientamento culturale e politico.
Giunse a Roma a 25 anni, nel 1870, per lavorare come amministratore al giornale mazziniano “La Roma del Popolo”, si dedicò alla politica, con impronta fortemente laica, dal 1879 aderì al partito dell’estrema sinistra storica, nello schieramento di Felice Cavallotti.
Alla morte della madre, Sara Levi Nathan, avvenuta a Londra il 19 febbraio 1882, i documenti di Mazzini, che lei custodiva, passarono ad Ernesto, che ebbe il compito di raccoglierli tutti, insieme alla sua l’eredità politica.
Nathan proseguì le battaglie in cui si era impegnata la madre negli ultimi anni di vita, tra cui quella per l’abolizione della prostituzione legalizzata.
Nel 1888 ottenne la cittadinanza italiana onoraria dalla città natale di Sara, Pesaro, dove ricoprì la carica di consigliere provinciale dal 1889 al 1895.
Fu iniziato alla Massoneria nel 1887; nel 1893 fu affiliato maestro presso la loggia Propaganda Massonica di Roma e, nel 1896 divenne Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, succedendo ad Adriano Lemmi e rimanendo in carica fino al 1903.
Nel 1889 fu tra i fondatori della Società Dante Alighieri.
Nell’aprile 1898 Nathan fu eletto consigliere al comune di Roma e più tardi nominato assessore all’economato e ai beni culturali, un incarico amministrativo di grande rilievo, mentre la capitale subiva una tumultuosa crescita edilizia e demografica,
nel 1871, Roma contava appena 226 000 abitanti, trent’anni dopo, nel 1900, sarebbero raddoppiati.
Le frenetiche attività edilizie, sia per la realizzazione di grandi edifici pubblici e sia l’apertura di nuova viabilità, sia per la creazione di nuovi quartieri residenziali ponevano troppo spesso in scarsa se non in alcuna considerazione l’affiorare, ad ogni scavo di fondazioni nei nuovi edifici e delle nuove strade, i resti dell’immenso patrimonio archeologico cittadino.
Fu in questo clima, che Nathan, che era a capo del “Blocco popolare”, un’alleanza da lui stesso promossa e creata, comprendente repubblicani, socialisti e radicali, venne eletto sindaco nel 1907.
Ernesto Nathan fu il Sindaco di Roma che maggiormente lasciò il segno nella Città Eterna, caratterizzandola per la buona amministrazione, il senso civico e la laicità delle istituzioni.
Egli lasciò,inoltre, il segno nella politica italiana, specialmente in quella che si rifà alla area Repubblicana, Socialista, Liberale , e lasciò anche segni nella Massoneria del Grande Oriente d’Italia, che rinnovò profondamente.
Nel periodo intorno al 1886, Ernesto Nathan inizia ad appassionarsi ai problemi sociali relativamente ai ceti deboli, partecipando ai primi congressi operai e sostenendo il diritto di sciopero.
Iniziò a lottare contro lo sfruttamento della prostituzione, per la tutela del lavoro minorile e femminile, per la lotta all’analfabetismo, per l’affermazione della libertà di culto delle minoranze religiose e per un’etica laica e patriottica.
Ernesto Nathan fa suo il “Pensiero e l’Azione” del suo maestro Giuseppe Mazzini.
Nel 1887 Nathan aderisce alla Massoneria, in accordo con i suoi ideali di libero pensatore e di emancipatore; viene iniziato dallo stesso Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia Adriano Lemmi.
L’anno successivo Ernesto Nathan acquisisce la cittadinanza italiana e così tutti i diritti politici e nel 1889 è eletto consigliere provinciale a Pesaro.
Questo incarico gli permetterà di schierarsi, contro la gestione dei manicomi dell’epoca e sosterrà che la causa prima della malattia mentale risiede nell’indigenza e nella povertà.
Successivamente si presenterà, nelle file radicali, con Andrea Costa, alle elezioni per il Parlamento nazionale, senza pur tuttavia essere eletto (allora il suffragio era ristretto, maschile e legato al censo e quindi le classi popolari erano escluse dal voto).
Nel 1895, Nathan, con alcuni scritti significativi, attacca l’allora Primo Ministro Francesco Crispi, accusandolo di spreco di danaro pubblico e di corruzione. Egli propone inoltre l’allargamento del suffragio alle classi popolari, l’indipendenza della
magistratura dal potere politico, la restrizione dei poteri dell’esecutivo ed il miglioramento delle condizioni economiche degli insegnanti.
Sarà così eletto nel consiglio comunale di Roma.
Nel 1896 è eletto Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, succedendo a Lemmi, ed iniziò un processo di rinnovamento dell’Istituzione massonica, rafforzandola e mettendola al servizio dell’etica laica e dell’emancipazione delle classi popolari.
Quale Sindaco di Roma, Nathan, istituì le municipalizzate; promosse l’istituto dei referendum per permettere alla cittadinanza di partecipare direttamente alla gestione della cosa pubblica; ostacolò gli speculatori ed i proprietari terrieri che si opponevano al nuovo piano regolatore; aumentò il numero delle scuole e promosse la cultura laica.
Nel 1914, il “Blocco popolare” guidato da Nathan, prese il nome di “Unione liberale democratica”, riconfermando per le amministrative di Roma l’alleanza fra repubblicani, radicali e socialisti. Nello stesso anno, prese posizione a favore dell’entrata in guerra dell’Italia contro gli Imperi centrali, necessaria a completare il processo di Unità nazionale e di emancipazione dagli Asburgo.
Il suo irredentismo lo condusse, nel 1915, di arruolarsi volontario nell’esercito, nonostante i suoi settant’anni, sarà assegnato ai reparti di Croce Rossa.
Infine, nel 1919, si dimise dalla carica di Gran Maestro del GOI per dedicarsi alla cura dell’Edizione Nazionale delle opere di Giuseppe Mazzini.
Morì nel 1921 Ernesto Nathan fu un rarissimo esempio di uomo di governo coerente con i suoi ideali: mazziniani dalla nascita alla morte.
Dette un esempio di buona amministrazione e di lungimiranza politica, purtroppo mai eguagliata in quasi cent’anni dalla sua morte.
Dott. Luciano Caro nato a Torino il 7 Agosto 1935, Rav Luciano Meir Caro è laureato in Scienze politiche ed ha compiuto gli studi rabbinici dopo un anno di perfezionamento a Gerusalemme. Nel 1975 è divenuto Vice-Rabbino a Torino; dal 1976 al 1998 è stato Rabbino Capo prima a Trieste, poi a Firenze. Dal 1978 al 1981 è stato componente dell’esecutivo della Federazione Sionistica Italiana e, successivamente, della Consulta Rabbinica Italiana. Dal 1995 ricopre il ruolo di Presidente del Centro di Cultura Ebraica «Ovadyah Yare da Bertinoro» e siede nel comitato scientifico dell’Associazione «Biblia» di Firenze. Dal 1997 è socio corrispondente dell’Accademia delle Scienze di Ferrara. Rappresentante delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI), è consulente rabbinico per la Comunità di Parma, della quale dal 2003 è Rabbino di riferimento. Dal 2002 al 2005, ha prestato la sua opera di consulenza per l’allestimento delle sale dedicate all’Ebraismo del Museo Interreligioso di Bertinoro, affiancando l’attività del sen. Leonardo Melandri. Dal 1989, è Rabbino Capo di Ferrara e della Romagna.
Dott. Massimo Scioscioli già tesoriere della Camera dei Deputati. È stato per oltre un decennio segretario generale dell’Istituto per la Storia dl Movimento repubblicano e ha curato la pubblicazione della rivista “Archivio Trimestrale”.
Ha scritto numerosi saggi sulla del Movimento Repubblicano, ha curato la pubblicazione dei discorsi repubblicani di Ugo La Malfa e ha scritto i profili biografici di Randolfo Pacciardi e di Oronzo Reale per la Storia del Parlamento Italiano.
È autore del saggio “Giuseppe Mazzini, i principi e la politica”e della biografia di Goffredo Mameli – Una vita per l’Italia, pubblicata in 2 edizioni. Più recentemente, ha pubblicato un volume in cui sono raccolti , corredato da un ampio apparato critico, più di un centinaio di lettere e documenti di Giuseppe Mazzini, trovati in archivi di Inghilterra e Scozia.
H a curato, infine, la pubblicazione del Diario della 1a Guerra Mondiale, scritto dal padre, Donato Scioscioli.
È attualmente presidente di una sezione dell’Associazione Mazziniana di Roma
Avv. Gustavo Raffi è stato iniziato in massoneria nel 1968 ed è maestro libero muratore dal 1970. Ha fondato la Loggia massonica La Pigneta di Ravenna. Dal marzo 1999 è stato Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, carica mantenuta fino all’aprile 2014, quando gli è succeduto Stefano Bisi.
È stato segretario provinciale di Ravenna del Partito Repubblicano Italiano dal 1989 al 1990 e consigliere nazionale del partito tra il 1990 ed il 1992.
Ha già pubblicato: Le vie del dialogo in: Grande Oriente d’Italia, Palazzo Giustiniani; A. Panaino (a cura di); Garibaldi Massone, Roma, Comitato nazionale per le celebrazioni della nascita di Giuseppe Garibaldi, 2007; In nome dell’uomo: dal Risorgimento alla modernità il ruolo del Grande Oriente nell’Italia unita, G. Picardo (a cura di), Milano, Mursia, 2011
SEZIONE INIZIATIVA: Sezione di RIMINI (RN) Marzo 1831