La sedia di Charles Michel
Il vergognoso spettacolo della sedia negata ad Ursula Von der Leyen era prevedibilissimo. Cosa aspettarsi in un paese che pochi giorni prima si era ritirato dalla “Convenzione di Istanbul”? Ciò che ha vissuto la Presidente della Commissione Europea è del resto poca cosa rispetto alle violenze fisiche e morali cui quotidianamente sono sottoposte in Turchia la comunità LGBT, le donne, gli oppositori di Erdogan e la popolazione curda. Così, mentre sul Web si rincorrevano ricostruzioni sugli scambi di mail tra i cerimoniali e si susseguivano legittime espressioni di sdegno per l’increscioso episodio, a 147 dei 497 imputati del processo per il fallito colpo di stato dell’estate del 2016 venivano inflitte condanne pesantissime: 32 ergastoli e pene variabili dai 6 ai 16 anni. Ma Erdogan lo conosciamo. È stato Charles Michel a non essere all’altezza. Non solo per l’aria imbarazzata e imbarazzante con cui guardava, comodamente seduto, la Von der Leyen, ma perché non ha avuto il coraggio di alzarsi e lanciare ad Erdogan un messaggio forte e chiaro. Forse chi è privo di coraggio non dovrebbe fare il Presidente del Consiglio Europeo.