2 giugno
Festa della Repubblica
La nostra Costituzione, legata non solo idealmente a quella della Repubblica Romana del 1849, ha portato all’Italia pace, libertà e democrazia, permettendole di intraprendere il cammino verso l’unità europea. I Mazziniani ne chiedono la piena attuazione, piuttosto che lo stravolgimento affidato a riforme azzardate.
Un editoriale di Vittorio Parmentola del 1971 sull’ipotesi di Repubblica Presidenziale esprime al meglio il giudizio dei Mazziniani sulla riforma del Premierato: “La proposta è fatta col pretesto di restaurare l’autorità decaduta e di conseguire stabilità nell’esecutivo; ma l’autorità, e quindi la stabilità, è fatta di prestigio morale, di coerenza e di meditata, ma poi attuata, attività legislativa ed amministrativa. La proposta appare perciò piuttosto diretta ad instaurare l’autoritarismo”.
Tale progetto colpisce l’equilibrio tra i poteri dello Stato disegnato dai Costituenti per evitare scorciatoie dispotiche, e lo fa limitando drasticamente le funzioni del Presidente della Repubblica e riducendo il Parlamento ad un ruolo marginale e di mera facciata.
Se a questa “riforma” si aggiunge e si accompagna l’“autonomia differenziata”, che mina il principio di solidarietà alla base dell’unità nazionale e con essa quella degli uguali diritti e doveri tra cittadini, il pericolo per la tenuta del paese è evidente.
L’Italia non ha bisogno di una nuova Costituzione, ma dell’assunzione di responsabilità e di senso del dovere da parte della classe dirigente, che ha trasformato nuovamente la campagna elettorale per le elezioni europee in una prova di forza per gli equilibri interni, piuttosto che nell’occasione per parlare seriamente delle sfide che attendono l’Unione Europea nel momento peggiore della storia mondiale dal 1945, prima fra tutte quella della sicurezza, resa più grave dalla mancanza di una vera politica estera e di sicurezza comune europea.
Come Mazziniani riteniamo che il diritto-dovere di voto sia lo strumento più efficace a nostra disposizione per difendere la Costituzione, che finora ci ha garantito una vita da liberi cittadini in una libera Europa. Non cediamo alla disillusione e al disincanto dell’astensionismo.
Genova, 2 giugno 2024